Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Un giorno per ricordare gli orrori di un tempo che ci ha denudati dell’essenza più profonda di un essere umano: la dignità.
Siamo volti, nomi, anime… non siamo numeri.
Oggi gli orrori continuano, sono altre guerre, sono altre forme di discriminazione e razzismo.
Una data sul calendario, per farmarsi un attimo. Per fare un esame di coscienza che domani abbiamo già perso nei ricordi una vita fatta di superficialità e apparenza.
Oggi tutti ricordano, tutti dicono MAI PIU’… falsità che si rincorrono. Perchè in Africa, in Egitto, in Iran, in Iraq bambini senza colpa, uomini senza odio, vittime di una guerra di potere, di oro, di ricchezza, con la sola sfortuna di essere nati e vissuti nella parte “sbagliata” del mondo, muoiono.
Se volete leggere qualche romanzo sull’olocausto:
- Se questo è un uomo – Primo Levi
- Se non ora, quando? – Primo Levi
- Il tempo di parlare. Sopravvivere nel lager a passo di danza – Helen Lewin
- Prigionieri della memoria – Frediano Sessi
- Auschwitz spiegato a mia figlia – Annette Wieviorka
- Qui non ci sono bambini – Thomas Geve
Se volete suggerire altri testi, indicateli nei commenti.